Siamo abituati a festeggiare il Capodanno il 1° gennaio, ma non è sempre stato così. Il primo giorno dell’anno era diverso in età romana prima di Giulio Cesare, e persino in epoca fascista il Capodanno fu spostato. Il primo dell’anno non è un giorno prestabilito o con un preciso significato scientifico. La storia del Capodanno per come lo conosciamo e festeggiamo noi, si fonda su antiche origini.
Il Capodanno rappresenta l’inizio di un nuovo anno e la fine di un altro, ed è ormai consuetudine celebrare questa festa il 1° gennaio. Corrisponde a un momento di bilanci che si festeggia, appunto, la notte del 31 dicembre. Ma non in tutto il mondo il Capodanno si festeggia lo stesso giorno. Il primo giorno dell’anno corrisponde al Capodanno nel calendario gregoriano (il nostro calendario e della maggior parte dei paesi occidentali) e in quello giapponese.
1° gennaio riconosciuto quale primo giorno dell’anno da Giulio Cesare
La storia del Capodanno ha origini pagane: il 1° gennaio è stato considerato il primo giorno dell’anno a partire dal 46 a.C. con l’introduzione del calendario giuliano. Si iniziò, dunque, a festeggiare Capodanno in questa data solo dall’età romana di Giulio Cesare. Prima del noto governatore, infatti, l’anno romano (e quindi di gran parte dell’Europa/del mondo conosciuto fino ad allora), aveva il suo inizio con marzo. Quando Cesare si impegnò a promulgare questo nuovo calendario, dovette anche sistemare la questione dell’anno bisestile. Questo perché, a causa della non-considerazione di quest’ultimo, i giorni si erano scombinati. Caesar dovette far durare quel primo anno del nuovo calendario ben 445 giorni invece che 365, poiché, appunto, andava rimesso in sesto il normale svolgimento del tempo.
I festeggiamenti del 1 °gennaio risalgono alla festa in onore del Dio Giano
Il motivo per cui si scelse di far coincidere questo “nuovo inizio” dell’anno con il 1° gennaio, va ricercato nella tradizione pagana. I festeggiamenti risalgono alla festa in onore del Dio Giano (da cui “Gennaio”) che si festeggiava subito dopo i Saturnali decembrini, le feste per il Dio Saturno, e dopo il “Natale romano” del “Sol Invictus” (il 25 dicembre).
La data di celebrazione del Capodanno nei vari paesi europei e città italiane
Durante i secoli successivi, sebbene molti Paesi europei avessero adottato il calendario giuliano che fissava Capodanno il 1° gennaio, in realtà la data del primo giorno dell’anno cambiava da zona a zona. Per esempio, in Inghilterra, Irlanda e in alcune città italiane, quali Pisa e Firenze, il Capodanno si celebrava il 25 marzo. In Spagna, invece, il primo giorno dell’anno era stato fissato al 25 dicembre, in corrispondenza con il Natale. In Puglia, Calabria e Sardegna, si festeggiava il 1° settembre (che equivale al 14 settembre nel calendario gregoriano).
Papa Innocenzo XII ufficializzò la data del 1° gennaio per il Capodanno
Fu solo grazie a Papa Innocenzo XII che si decise di far coincidere le diverse date in cui si festeggiava il Capodanno nei vari paesi europei. Questo, al fine di dare una stessa datazione a tutti gli Stati. Il primo Capodanno festeggiato dall’intero mondo Occidentale il 1° gennaio risale, quindi, al 1691. La data del primo giorno dell’anno, venne, conseguentemente a ciò, ufficializzata nel calendario gregoriano. Questo diede la spinta decisiva affinché si riconoscesse Capodanno il primo gennaio. In Italia poi, durante il regime fascista, il Capodanno venne spostato al 28 ottobre (anniversario della Marcia su Roma), per poi ritornare al consueto 1° gennaio dopo la caduta della Repubblica Sociale Italiana.
San Silvestro non corrisponde a Capodanno
È tradizione in quasi tutto il mondo festeggiare il Capodanno tra la notte del 31 dicembre e il 1° gennaio. È per questo che ci si riferisce spesso alla notte del 31 dicembre, precisamente il giorno di San Silvestro, come al Capodanno. In realtà, il 31 dicembre si festeggia San Silvestro ed è da considerarsi la vigilia del vero e proprio Capodanno.