Raffaella Curiel dedica i suoi omaggi alle grandi opere d’arte attraverso le sue creazioni di moda. Al Museo della Moda-Fondazione Mondragone, il progetto “A Journey into Art”, intende omaggiare Monet, Klimt, Schiele, Kahlo, Del Pezzo, Rossello e Botticelli. La mostra è visitabile on line fino al 12 marzo.
Anche Raffaella Curiel, come molti altri stilisti nella storia, ha reso esplicito il connubio tra moda e arte. Questa fusione che si registra da oltre 80 anni, sembra destinata all’eternità. A partire dagli anni Trenta, il risultato ha sempre rappresentato un trionfo, un tributo all’arte in tutte le sue forme. Da quel momento in poi, questo connubio vincente, rappresenterà il “leitmotiv” all’interno del Fashion System, arrivando a capitanare la contemporaneità. Ne sono una prova proprio le creazioni della Curiel.
L’esposizione di Raffaella Curiel: un viaggio attraverso la moda tramutata in arte, e viceversa
Raffaella Curiel ha portato a Napoli, al Museo della Moda – Fondazione Mondragone, una selezione di creazioni dove s’instaura un gioco: è l’arte a prevalere o l’abilità sartoriale? La risposta, naturalmente, include ambedue. Si chiama “Raffaella Curiel: Viaggio nell’Arte – A Journey into Art”, il progetto espositivo a cura di Donatella Dentice di Accadia che grazie a un’azione di rinnovamento, riporta il museo dedicato alla moda all’attenzione della città. La mostra è visitabile on line, sul sito del museo fino al 12 marzo.
Raffaella Curiel e il suo dialogo esplicito con l’arte sin dal 1982
È dal 1982 che la stilista di Gardone Riviera, celebre per i suoi ” curiellini”, i tubini neri da cocktail resi famosi da Audrey Hepburn in ” Colazione da Tiffany”, ha deciso di declinare delle opere d’arte trasformandole in creazioni di haute couture. La Curiel ha cominciato a dialogare con i grandi dell’arte trasportando le loro opere dalle tele ai tessuti. Una linea unica, come si denota dai modelli esposti: realizzati in una grande varietà di tessuti – chiffon, velluto, seta, crêpe, jersey e organza – di ricami, in una caleidoscopica esplosione di trame, disegni, fogge.
Gli abiti-tributo dedicati agli artisti
Tra gli abiti- tributo esposti, ne spicca uno del 1983 dedicato a Lucio Del Pezzo. Nero in seta, con ricamo saetta multicolor, segno oggettuale dell’artista napoletano scomparso nello scorso aprile, grande amico della stilista, il quale le aveva regalato l’anno prima un quadro con uno zigzag variopinto che ricorre nella sua serie di pitture pop. L’abito lungo in crêpe nero con scultura a forma di albero del 2005, è un omaggio a Mario Rossello e rappresenta il frutto del lavoro a quattro mani tra l’artista e la stilista, che si sono scambiati l’ispirazione. I colori etnici di Frida Kahlo danno luogo a una creazione che è una reinterpretazione del mondo visionario e onirico della pittrice messicana.
Claude Monet: tre opere diverse declinate in abiti
Di Claude Monet sono citate tre opere diverse: tre capolavori che richiamano la passione dell’artista impressionista per i giardini e per i fiori. Uno da sera in seta bianca con treillage e rose in rilievo ricamate a mano, dalla Francia ottocentesca rimanda al Rinascimento e alla Primavera di Botticelli. Un altro, trasforma la silhouette femminile in una corolla dei tanti tulipani stampati. Infine, un abito- scultura che dalla morbidezza della gonna che raffigura un prato di papaveri risale fino al bustier in paglia che, da un cestino, fa venir fuori tante corolle rosso fuoco.
Secessione viennese, pop, futurismo e un omaggio all’Africa
Egon Schiele e Klimt sono i due protagonisti della Secessione viennese che si ritrovano rappresentati in mostra ciascuno in due diversi modelli. C’è il floreale che caratterizza lo stile di quel tempo in Klimt ( del 1989). Invece, il rigore quasi geometrico degli accoppiamenti di colore di Schiele (del 1984) va a formare righe prodotte da cuciture e inserti. Troviamo anche esposto un abito- pittura, dipinto a mano su seta da un quadro dell’artista pop Jim Dine del ‘91. Due creazioni del ‘91-‘92 sono dedicate al geometrismo multicolore di Sonia Delauney. Fortunato Depero è destinatario di un foulard prodotto ed esposto durante la mostra dell’ 86 ” Futurismo e Futurismi”. “Omaggio all’Africa” del ‘ 98 con due modelli si rifà da un lato ai colori della savana e dei suoi animali, e dall’altro, anche ai materiali, come l’avorio ricamato sul nero.
Abito “Panier”: un riferimento alle sottostrutture usate dalle donne del passato
Il museo della Moda, si arricchisce della donazione di Raffaella Curiel dell’abito “Panier”. Il nome fa riferimento alle sottostrutture usate dalle donne del passato per sostenere le grandi gonne lunghe. Il ” panier” era una sovrapposizione di balze che aveva la funzione di segnare il punto vita accentuando i fianchi.