Bambini e adolescenti sono sempre più iperconnessi. Ma attenzione ai rischi: mettere un tablet o un cellulare nelle mani dei bambini per colmare un vuoto, in realtà non fa altro che indurli a isolarsi ulteriormente. E crescendo, li espone al serio pericolo di sviluppare delle vere e proprie dipendenze da Internet.
Il futuro del cosiddetto “bambino digitale” potrebbe essere tutt’altro che roseo, se si continuerà a fargli utilizzare gli strumenti digitali in modo massiccio e improprio. I genitori non devono sottovalutare i pericoli del far utilizzare lo smartphone ai propri bambini di appena pochi mesi. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, infatti, la dipendenza da internet, smartphone e social network, può comportare una serie di nuove patologie. Vamping, F.O.M.O., Like Mania, Nomofobia e le tristemente note “sfide social”. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Dipendenza da Internet, i rischi
Vamping e F.O.M.O.
La patologia “Vamping” rappresenta la tendenza degli adolescenti di trascorrere molte ore notturne sui social. 6 ragazzi su 10 affermano di avere l’abitudine di rimanere svegli fino all’alba a chattare con gli amici. Il 15%, invece, dichiara di svegliarsi più volte di notte per controllare messaggi e notifiche: alla base di tutto, risiede il timore di “essere tagliati fuori” che rappresenterebbe un’altra patologia, definita F.O.M.O., acronimo di Fear of Missing Out.
Conseguenze: Questi comportamenti compromettono la qualità del sonno con rilevanti ripercussioni nella vita di tutti i giorni, all’interno della quale si possono analizzare disturbi dell’attenzione, difficoltà di concentrazione e sbalzi d’umore, a danno anche del rendimento scolastico.
LikeMania o FollowerMania
Rappresenta il bisogno di sentirsi popolari, in voga sul web, apprezzamento misurabile in termini di “like” ricevuti o “follower” acquisiti. In questo caso, la maggior parte degli adolescenti, ritiene di fondamentale e primaria importanza condividere ogni attimo della loro vita sui social, andando così a scardinare quello che è il concetto di intimità.
Conseguenze: A risentirne sono l’umore e l’autostima dei ragazzi.
Nomofobia: il terrore di restare disconnessi
Un segnale palese della dipendenza da Internet è la Nomofobia, una patologia il cui nome deriva da “No-Mobil-Phone”. 8 adolescenti su 10, dichiarano di essere terrorizzati all’idea che il proprio smartphone possa scaricarsi o che possano rimanere senza connessione Internet quando sono fuori casa.
Sfide Social o Challenge
Più che patologia, questa rappresenta una nuova “moda” degli ultimi anni, da non sottovalutare in termini di pericolosità. E purtroppo recenti fatti di cronaca hanno confermato i gravi rischi connessi a queste sfide. Si tratta di vere e proprie catene web attraverso le quali i ragazzi si nominano a vicenda per misurarsi con sfide alquanto rischiose, spesso ai limiti del fattibile. Queste challenge possono indurli a compromettersi (più o meno gravemente) a livello fisico, oltre che a livello morale e di integrità.
Cyberbullismo: un pericolo in cui da anni incappano gli adolescenti
Tra i rischi connessi alla dipendenza da Internet, c’è l’ormai tristemente noto “cyberbullismo”. Il termine indica forme di bullismo condotte attraverso internet. Secondo quanto riportato dal Prof. Tonioni, direttore del primo ambulatorio italiano specializzato in Dipendenza da Internet e Psicopatologie da web del Policlinico Gemelli di Roma, i casi riscontrati di cyber bullismo sono innumerevoli. Come rileva il Professore, la vittima, vive una vera e propria esperienza persecutoria: si passa dall’essere aggrediti all’essere perseguitati quando ci si sente senza vie d’uscita. L’adolescente, non riesce a confidarlo a nessuno, nemmeno alla propria famiglia e, in alcuni casi, la repressione di questo suo problema, potrebbe indurlo a compiere atti autolesionistici. Come sempre sostiene (giustamente) il Professore: “Il primo bullo è il genitore assente, perché nessun bambino nasce vittima o bullo”.
Figli iperconnessi: cosa fare?
Bisognerebbe risolvere il problema della dipendenza da internet a monte: colmare l’assenza genitoriale. Sono proprio i genitori, sempre più spesso, ad estraniarsi con il loro smartphone e a lasciare i figli isolati. Anche da qui nasce l’iperconnessione di bambini e adolescenti, con il rischio di sviluppare delle vere e proprie patologie.
L’automatismo in cui incappa innumerevoli volte il genitore, a fronte dell’iperconnessione del figlio, è quello di colpevolizzare la dipendenza da internet cadendo, così, in dinamiche di controllo. Le “regole” dettate dai genitori, inducono il figlio all’obbedienza e, se obbedisce in modo passivo, accumulerà rabbia repressa che poi, prima o poi, sfogherà da qualche parte. Il comportamento più sano da adottare, non è il controllo ma la fiducia, dal momento in cui la vera distanza che hanno i genitori nei confronti dei figli sono i propri sensi di colpa inconsci e inconsapevoli. Le regole, dunque, non devono servire a vincere sui figli, ma a cercare delle trattative. Nelle trattative, non c’è assenza genitoriale, come invece c’è nell’impartire ordini. L’obiettivo è quello che le trattative sfocino in compromessi, ovvero il massimo sforzo da ambedue le parti, così che si possa arrivare alla crescita. È questa la vera vittoria.