Nato a Roma il 17 novembre 1950, l’attore e regista Carlo Verdone compie oggi 70 anni. Quarant’anni di carriera, ventisette film da regista, trentanove da attore. La sua ultima fatica, “Si vive una volta sola”, è stata fermata due volte dal Covid: doveva uscire a febbraio, poi questo novembre, è ancora fermo ai box e non sarà in sala prima del 2021.
Annunciando i suoi 70 anni, Carlo Verdone ha scritto sul suo profilo Instagram, citando Bruce Springsteen: «Che dirvi? So’ tanti. Ma la mente è lucida, lo spirito positivo, le anche robuste. Quindi la corsa continua! Born to run finché potrò».
Carlo Verdone, il cinema nel destino
Il cinema era scritto nel destino di Carlo Verdone. Suo padre, Mario Verdone è stato un celebre critico cinematografico, docente universitario ed ha diretto per molti anni del Centro sperimentale di cinematografia. È stato lui a trasmettere la passione ai figli. Non soltanto a Carlo: anche a suo fratello Luca, regista di documentari, e a Silvia, moglie di Christian De Sica, che si è affermata come produttrice teatrale e cinematografica. Da ragazzo Carlo Verdone è stato studente modello. Laureato in Lettere col massimo dei voti, diplomato al Centro Sperimentale, appassionato di musica rock e di cinema americano.
I film con Alberto Sordi
Di fronte alla casa dove Carlo Verdone è nato, nel cuore di Roma, tra via dei Pettinari e via delle Zoccolette, viveva Alberto Sordi, che lui da piccolo avvertiva già come un mito. Più volte Verdone ha raccontato dei sassi che lanciava contro la finestra dell’attore, e della sorella di Sordi, Erminia, che lo sgridava dalla finestra.
Erano i primi contatti con l’attore, divenuto uno dei simboli di Roma, e che in molti negli anni hanno tentato di accostargli per la loro comune capacità di portare sul grande schermo vizi e virtù di un popolo.
Negli anni i due attori hanno avuto l’occasione di lavorare insieme in “Troppo forte” e in “In Viaggio con papà'”.
Tanti hanno visto in Carlo Verdone l’erede di Alberto Sordi. Ma l’attore ha più volte rifiutato questa definizione. Intervistato da Enrico Vanzina per Il Messaggero, pochi giorni fa Carlo Verdone ha dichiarato: «Sordi non avrà mai eredi. Ma credo che anche io, alla fine della mia carriera, non avrò mai eredi. Tutte le personalità hanno un’anima assolutamente propria, inereditabile».
Gli esordi nei locali di quartiere e “Non Stop”
Giovanissimo si diletta in alcuni primi cortometraggi, e inizia a fare teatro nei locali di quartiere, proponendo alcuni irresistibili numeri da cabaret. Alcune critiche e recensioni entusiastiche, tra le quali quella che Franco Cordelli scrisse su Paese Sera, arrivano a Enzo Trapani. Il regista lo chiama per “Non stop”, il programma Rai che lancerà i più grandi comici di quella generazione. Da lì, inizia l’ascesa di Carlo Verdone: quarant’anni di carriera, ventisette film da regista, trentanove da attore, un infinità di riconoscimenti, tra cui nove David di Donatello.
Furio, Mimmo, Ivano: alcuni dei personaggi più celebri di Carlo Verdone
Tra i suoi personaggi più celebri, il tonto che alza gli occhi al cielo “Cioè, in che senso?”, un po’ lento e imbranato come Leo, protagonista del film d’esordio “Un sacco bello”. O l’hippy Ruggero, nello stesso film. Furio, il socio ACI, nevrotico e snervante marito di Magda, e padre di AntonGiulio e AntonLuca. Mimmo, ragazzone ingenuo in viaggio con la strepitosa nonna Lella Fabrizi. Ivano, il coatto di “O famo strano” in “Viaggi di nozze”.
«Sono personaggi entrati nell’immaginario collettivo, così come i tormentoni tipo “O famo strano?” citato pure nei titoli dei giornali, per i più svariati argomenti», disse in un’intervista, raccontando di essere affezionato a tutti ma soprattutto al coatto romano e che Furio se lo inventò mixando la pignoleria di un suo zio ai tratti di un professore di latino e greco.
Carlo Verdone, la passione per Jimi Hendrix e per la medicina
Tra le grandi passioni di Carlo Verdone, oltre alla Roma, alla chitarra elettrica, alla batteria e a Jimi Hendrix, c’è la fotografia (alcuni suoi scatti sono stati recentemente esposti al museo Madre di Napoli) e la scrittura di poesie. E poi, la medicina: la sua passione e le approfondite conoscenze in materia medica e farmaceutica sono ormai leggendarie. Oltre all’iscrizione ad honorem nell’albo dei farmacisti, gli sono valse anche una laurea in Medicina honoris causa nel 2007 da parte dell’Università Federico II di Napoli.
“Si vive una volta sola”
Per l’uscita nelle sale del nuovo film di Carlo Verdone, rinviata due volte, bisognerà aspettare la fine del lockdown. Il produttore Aurelio De Laurentiis ha definito il film “un inno alla vita” presentandolo, ormai un anno e mezzo fa nell’incontro con la stampa.
È la storia, un po’ alla “Amici miei”, di un’equipe autorevole e affidabile in sala operatoria tanto da essere quella da cui si fa curare il Papa, ma sconclusionata e fragile nella vita privata, che i quattro, maestri della sala operatoria ma anche della goliardia, riempiono di beffe e scherzi vari. Verdone è Umberto Gastaldi, un famoso primario, chirurgo oncologo, a capo di un’equipe composta dal suo aiuto Max Tortora, dall’anestesista Rocco Papaleo e dalla ferrista Anna Foglietta. Tre attori con i quali Verdone non aveva mai lavorato prima, e che danno vita ad un quartetto legatissimo nella vita professionale e in quella privata, campioni di amicizia e protagonisti di beffe, goliardate, battutacce in sala operatoria e scherzi.
Nell’intervista di Enrico Vanzina per Il Messaggero, alla domanda se il cinema, considerando il colpo di grazia ricevuto da Covid, sia arrivato al capolinea, Carlo Verdone ha risposto:
«No, affatto. È il tempio dell’immagine, luogo di aggregazione e condivisione. Quando questa tragedia finirà il pubblico tornerà più di prima nelle sale. Ne sono convinto. Tornare a stare insieme, pur nel silenzio, sarà una festa per l’anima che non ama la solitudine ma la condivisione».