La vittoria di Kamala Harris è storica e senza precedenti. È la donna salita al gradino più alto nella leadership degli Stati Uniti. Di origini tamil e giamaicane, la Harris è anche la prima persona di colore e di origine asiatica a ricoprire la vicepresidenza.
Kamala Devi Harris è nata il 20 ottobre del 1964 a Oakland, California. Suo madre era immigrata dall’India, suo padre dalla Giamaica. Con la vittoria di Joe Biden alle elezioni USA 2020, la Harris entra nella storia: è la prima donna, la prima persona di colore e la prima di origine asiatica a salire sui gradini della Casa Bianca.
La carriera in politica
Dopo il diploma alla Westmount High School a Westmount, Kamala Harris ha conseguito due lauree, in scienze politiche ed economia, alla Howard University di Washington D.C, un college storicamente nero e uno dei più prestigiosi del paese. Nel 1990 ha superato l’esame da avvocato, e ha ottenuto l’ammissione allo State Bar of California.
In seguito, Kamala Harris è stata procuratore distrettuale di San Francisco e procuratore generale in California: prima donna a ricoprire entrambi questi ruoli. Ha lavorato con Beau Biden, figlio del presidente eletto Joe, ex procuratore generale del Delaware, morto di tumore nel 2015. Joe Biden l’ha definita una «combattente senza paura per i più deboli, una dei migliori servitori pubblici del Paese».
La “Obama donna”
Definita da tempo la “Obama donna“, la Harris è stata scelta da Joe Biden come vicepresidente: è la prima donna di colore a ricoprire il ruolo. Biden ha riconosciuto in lei il forte appeal in un momento storico che vede protagonisti il movimento Black Lives Matter e il MeToo.
Ciò che la distingue è anche la sua biografia personale: è figlia di padre giamaicano, professore emerito di economia presso la Stanford University, e di madre indiana, una ricercatrice sul cancro al seno morta nel 2009. Avendo origini indiane tamil e giamaicane, Kamala Harris si identifica semplicemente come “americana”. Durante la campagna elettorale ha parlato spesso dei suoi genitori, degli immigrati che si erano battuti per i diritti civili negli Stati Uniti e di tutti coloro che l’hanno preceduta nella lotta alle discriminazioni dei gruppi emarginati, come donne e persone di colore.
Il suo programma elettorale
Kamala Harris è contraria alla pena di morte, ed ha promesso una riforma del sistema penale per evitare l’incarcerazione di massa, soprattutto di neri. Si batte per i diritti delle comunità LGBTQ+, e per l’introduzione di un “terzo genere” sui documenti pubblici. Per quanto riguarda il sistema sanitario, vuole riformarlo abolendo le assicurazioni private in favore di una mutua pubblica.
Il discorso dopo la vittoria
Ieri, nel suo discorso dopo i risultati delle elezioni che hanno decretato la vittoria di Joe Biden, la Harris ha parlato di sua madre e delle generazioni di donne di tutte le razze che hanno aperto la strada a questo momento. «Anche se sono la prima donna in questo ruolo, non sarò l’ultima», ha detto rivolgendosi al pubblico che l’acclamava a Wilmington «Perché ogni bambina che guarda stasera vede che questo è un paese di possibilità».
Kamala Harris: la vita privata
La vice presidente USA è sposata dal 2014 con l’avvocato californiano Douglas Emhoff, che entrerà nella storia a pieno titolo come primo “first gentleman”. La coppia non ha figli anche se la donna ha un buon rapporto con Cole ed Ella, i due ragazzi nati dal precedente matrimonio del marito, che la chiamano “Momala”.
La sorella è Maya Harris, analista politico, e il cognato è Tony West, General Counsel di Uber ed ex funzionario del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Kamala Harris vive tra San Francisco e Washington.
Curiosità
Il suo nome deriva dalla mitologia induista: “Kamala” in sanscrito significa “loto” ed è un nome alternativo della dea Lakshmi. “Devi” in sanscrito significa “dea”, ed è anche il nome della divinità femminile che protegge i villaggi.
Harris ha scritto due libri di saggistica ed un libro per bambini Superheroes Are Everywhere, illustrato da Mechal Renee Roe. Pubblicato ne 2019, il libro insegna che i supereroi possono essere trovati ovunque nella vita reale, dai familiari, agli amici, agli insegnanti a scuola.
Booklist ha detto che il libro “offre un messaggio concreto: un supereroe potrebbe essere chiunque, incluso il lettore”. Common Sense Media lo ha definito un “libro incoraggiante ed edificante che ispira i bambini a riconoscere i supereroi tutto intorno a loro e ad essere, come loro, coraggioso, gentile, disponibile.