Stefano D’Orazio, 72 compiuti lo scorso settembre, era ricoverato in ospedale da una settimana, ma la notizia non era stata resa pubblica. Ieri sera, il paroliere e batterista dei Pooh è deceduto in una clinica romana. Il suo cuore ha ceduto per complicazioni dovute al Covid.
Il primo annuncio della morte di Stefano D’Orazio è arrivato alle 23 di ieri, con un tweet di Bobo Craxi, suo amico da decenni. Poi gli altri ex Pooh hanno pubblicato dei post sui loro social. «Due ore fa Stefano ci ha lasciati, ha scritto Roby Facchinetti. Nel pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando, poi stasera la terribile notizia. Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto una persona perbene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui». Il post è firmato anche da Red Canzian, Dodi Battaglia e Riccardo Fogli.
Con i Pooh dal 1971
Una passione per la musica, quella di Stefano D’Orazio, che era iniziata da ragazzo. Nato a Roma, aveva esordito con il gruppo The Kings, che suonava nei locali della periferia romana. Poi musiche per Carmelo Bene e Cosimo Aveva preso parte come comparsa anche ad alcuni film. Nel 1971, poi, dopo l’uscita del primo batterista dei Pooh Valerio Negrini, Stefano D’Orazio si era unito a Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli. Nella storica band italiana, D’Orazio non era soltanto batterista, ma anche voce e paroliere.
Stefano D’Orazio, la carriera da solista
Nel 2009, a sorpresa, D’Orazio aveva lasciato i Pooh, per dedicarsi alla carriera da solista. Tra i suoi progetti, alcuni musical come Aladin nel 2010, Cercasi Cenerentola nel 2014, e Mamma Mia, versione italiana dello spettacolo per la quale scrisse i testi.
Nel aveva fatto ritorno nei Pooh 2015 per la commemorazione del cinquantennale del gruppo, e l’ultima tournee della band.
“Rinascerò, rinascerai”, la canzone divenuta simbolo della lotta alla pandemia
Stefano D’Orazio era rimasto sempre legatissimo a tutti gli ex Pooh. Ultimamente stava lavorando con Roby Facchinetti ad un nuovo musical, Parsifal. Insieme, i due musicisti lo scorso aprile avevano pubblicato Rinascerò rinascerai, una canzone divenuta un simbolo della lotta al coronavirus. Era dedicata a Bergamo, una delle città più colpite dalla pandemia. I fondi raccolti sono stati destinati all’ospedale Papa Giovanni XXIII per aiutare la struttura a fronteggiare l’emergenza Covid-19.
Per quanto riguarda la vita privata, Stefano D’Orazio aveva avuto lunghe relazioni, tra le quali quella con Emanuela Folliero, ma non si era mai sposato. Fino a tre anni fa, quando a 69 anni aveva capitolato e preso in moglie la compagnia Tiziana Giardoni, alla quale era legato da una decina di anni.