Il nuovo film di Gabriele Mainetti, autore dell’acclamato “Lo chiamavano Jeeg Robot”, è stato presentato oggi alla 78ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel cast ritroviamo Claudio Santamaria, insieme a Pietro Castellitto, Aurora Giovinazzo e Giorgio Tirabassi.
“Freaks Out” è il nuovo film di Gabriele Mainetti, regista de “Lo chiamavano Jeeg Robot”, vincitore di otto David di Donatello, tre Nastri d’argento e un Globo d’oro. La data di uscita nelle sale cinematografiche, rimandata più volte a causa della pandemia, è ora fissata per il 28 ottobre 2021.
La colonna sonora di “Freaks Out”, presentato oggi – mercoledì 8 settembre – in concorso alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è stata composta dal regista del film Gabriele Mainetti insieme al musicista Michele Braga.
Freaks out, il cast
Nel nuovo film di Gabriele Mainetti troveremo Aurora Giovinazzo, nel ruolo di Matilde. Claudio Santamaria interpreterà Fluvio, Pietro Castellitto sarà Cencio. Insieme a loro nel cast di “Freaks Out” anche Giorgio Tirabassi, nel ruolo di Israel, e Giancarlo Martini in quello di Mario.
“Freaks out”, la trama
“Freaks Out” è ambientato a Roma nel 1943, e racconta la storia di quattro amici: Matilde, Cencio, Fulvio e Mario. Sono uniti da un legame molto profondo, che li rende quasi fratelli e sorella. Il 1943 l’anno che ha visto la capitale italiana bombardata da nazisti e alleati. La loro quotidianità si svolge all’interno di un circo, nel quale lavorano. A gestire la struttura è Israel, che per tutti loro non è soltanto il capo, bensì una sorta di figura paterna.
Israel tiene moltissimo a loro, per questo cerca un modo per riuscire ad allontanare tutti dal terrore della guerra. Di colpo però svanisce nel nulla, lasciando i quattro totalmente soli e senza alcuna prospettiva. I ragazzi si ritrovano privati della propria famiglia e della sicurezza che questa garantiva loro. Scaraventati nel mondo esterno, senza guida e tutela, sono soltanto dei fenomeni da baraccone agli occhi degli altri, incastrati in una Roma pronta a crollare sotto i colpi dei nemici. Qualcuno sembra però aver messo gli occhi su di loro, escogitando un piano che potrebbe cambiare le loro vite per sempre e forse il corso della storia.
Le parole di Gabriele Mainetti
«”Freaks Out” nasce da una sfida», racconta Gabriele Mainetti. «Ambientare sullo sfondo della pagina più cupa del Novecento un film che fosse insieme un racconto d’avventura, un romanzo di formazione e – non ultima – una riflessione sulla diversità. Per farlo ci siamo avvicinati alla Roma occupata del 1943 con emozione e rispetto, ma allo stesso tempo abbiamo dato libero sfogo alla fantasia: sono nati così i nostri quattro freak, individui unici e irripetibili, protagonisti di una Storia più grande di loro».
«Dopo “Lo chiamavano Jeeg Robot”» , continua Mainetti, «con Nicola Guaglianone, ci siamo domandati «e adesso che facciamo, di altrettanto “fico”?».
I protagonisti
«L’idea dei poteri un po’ mi spaventava», racconta ancora Mainetti. «Non volevo replicare Jeeg, e soprattutto mi interessava che la forza dei protagonisti nascesse – più che dai singoli poteri – dall’unione di 4 persone speciali. Mi sono sforzato di rendere originali e “cinematografiche” queste loro abilità, ovviamente a modo mio, ma senza mai dimenticare – e anzi esaltando – l’umanità dei personaggi: in questo il modello è stato, oltre a Browning, un capolavoro come La donna scimmia di Marco Ferreri. Abbiamo sempre pensato ai nostri protagonisti come gente vera, cercando di guardarli senza pietismo perché sono loro stessi i primi a rifiutare ogni (auto)commiserazione, a non viversi come “mostri” ma come persone».