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Alessandro Egger, da indossatore a cantante: «Francesco Facchinetti mi ha spronato a sognare in grande, e io lo farò»

Alessandro Egger, intervista al modello, attore e cantante
Alessandro Egger, celebre modello di Versace e Dolce&Gabbana, è anche attore e cantante. Ha pubblicato da poco, sotto lo pseudonimo di Alexander, La Danza del Pocho per l’etichetta di Francesco Facchinetti, Hokuto Empire.

Nato a Belgrado, in Serbia, Alessandro Egger si trasferisce in Italia all’età di sei anni. Già da bambino debutta nella pubblicità, come volto delle barrette Kinder. Dopo varie esperienze come attore in film, programmi tv (Pechino Express nel 2017) e serie televisive (Un Medico in Famiglia, The Band), Alessandro inizia a sfilare diventando uno dei modelli più famosi e richiesti al mondo.

In seguito si dedica alla scrittura di brani, arrivando a collaborare con il rapper Laïoung nei singoli Iceberg e Stories. Viene notato dall’etichetta Hokuto Empire di Francesco Facchinetti, con la quale inizia un percorso artistico che lo porta alla pubblicazione del singolo La danza del Pocho.

Incuriositi dalla versatilità di Alessandro e dal suo ultimo progetto musicale, lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio.

Intervista ad Alessandro Egger

Sei nato in Serbia, a Belgrado, nel 1991, proprio all’inizio del conflitto con la Croazia. Che segno ha lasciato questa esperienza nel tuo carattere?

Alessandro Egger: Sicuramente un senso di forza innata non da poco, oltre a responsabilità e maturità. Pensieri non da ragazzo giovane. Ho sempre voluto essere autonomo e preparato ad affrontare qualsiasi cosa, l’inaspettato. Come con la guerra, in cui un giorno è tutto normale e quello dopo arriva il caos.

A 5 anni ti sei trasferito in Italia. Come sei arrivato nel mondo della pubblicità?

Alessandro Egger: Sono sempre stato un grande appassionato di film e serie tv e per questo ho iniziato presto a fare casting e provini. Così sono stato preso da realtà molto importanti per le prime pubblicità. La verità è che quando sento le cose dentro, devo realizzarle in qualche modo. Come nel caso della moda. Ho sentito una sorta di chiamata e il destino mi ci ha fatto arrivare per caso. 

Alessandro Egger, intervista al modello, attore e cantante

Poi sei passato in TV, e già da adolescente ti sei messo alla prova come attore. Cosa provi quando interpreti un ruolo?

Alessandro Egger: Recitare è strettamente collegato alla mia vita, mi piace creare qualcosa superando le mie stesse barriere, oltre ad entusiasmare il cast e la regia creando un legame attraverso un’interpretazione. Mi piace come stile di vita, oltre che come lavoro. Provo libertà e mi sento appagato, soprattutto quando vedo il risultato sul piccolo grande schermo. È un’emozione forte. 

Dopo pubblicità e TV sei approdato come modello nel mondo dell’Alta Moda internazionale. Ci racconti come è successo?

Alessandro Egger: Ad un certo punto ho sentito dentro questo richiamo e mi sono trovato casualmente a cercare un lavoro extra per impegnare al meglio il mio tempo. Mi sono presentato a Versace, dove ho avuto l’incredibile coincidenza di incontrare il casting director. Tra una misura e l’altra sono stato scelto come modello, sono entrato in contatto con Donatella e in meno di una settimana la mia vita è totalmente cambiata e così le mie abitudini. Ho avuto modo di viaggiare, collaborare con i migliori fotografi e sfilare per le case di moda più prestigiose. Questo chiaramente mi ha permesso di incontrare tante persone, stimolando la mia creatività ed espandendo i miei orizzonti.

Alessandro Egger, intervista al modello, attore e cantante

Ti sei dedicato anche al canto e alla composizione di brani, collaborando con il rapper Laïoung nei singoli “Iceberg” e “Stories”. E ora torni alla canzone con Francesco Facchinetti. Come è nato questo progetto?

Alessandro Egger:  Aver creato con un amico progetti così stimolanti, nuovi e che in un certo senso hanno lasciato un’impronta, partendo semplicemente da un’idea e vedendola concretizzata e amplificata, come è successo con Iceberg o Stories, mi ha dato tanta soddisfazione. Ogni idea ha un potenziale se si ha voglia di portarla a termine. Poi con un team di amici è ancora più bello. Ora ho anche il mio progetto da solista, ma io amo fare musica in gruppo, nasco dal gruppo, dal freestyle, dalla compagnia.

Infatti da solo mi sento messo più a nudo, ma allo stesso tempo è una bella sfida, perché la vita insegna che è necessario imparare a stare bene prima con noi stessi. Francesco mi ha spronato a creare, sperimentare e oltrepassare i confini. A sognare in grande, e io lo farò.

Alessandro Egger, intervista al modello, attore e cantante

Il brano si intitola La Danza di El Pocho, e parla di un demone malvagio che alla fine viene sconfitto. Quali sono secondo te i demoni che minacciano l’era che stiamo vivendo?

Alessandro Egger: Quella che ci minaccia è da sempre la paura verso ciò che non conosciamo. Per non avere paura dobbiamo essere liberi di vivere davvero nella società. Molti dicono che i social sono la rovina, come prima lo erano le piazze o le manifestazioni. Non esiste qualcosa di malvagio tranne la nostra credenza nella malvagità stessa. E come nel Pocho, siamo noi gli artefici del nostro destino, dobbiamo sconfiggere la nostra paura, che in questo caso è il male o un demone. La paura si sconfigge, a mio avviso, liberandocene, celebrando la vita e la cultura, la positività e la gratitudine.

Durante il lockdown ti sei trasformato in Alexandra, e i video dove balli in versione “drag” sono diventati virali anche grazie all’influencer Tommaso Zorzi. Come ti è venuta questa idea?

Alessandro Egger: Mi è venuta puntando alla libertà di espressione, senza farmi troppe domande su cosa avrebbero pensato gli altri. È inusuale vedere una figura molto maschile diventare donna, ma io credo sia un messaggio di forza che nasce dalla spontaneità, come nascono un quadro o una canzone. Viene da un’ispirazione e forse da un momento di chiusura, oppressione dei sessi e bullismo. Così è nata Alexandra e Tommy l’ha inserita nella “galleria” delle sue scelte più rinomate per donarle vitalità e successo. Infatti lui è conosciuto per essere libero di sperimentare seguendo l’istinto e la spontaneità.

Alessandro Egger, intervista al modello, attore e cantante

La prima cosa che salta all’occhio guardando le tue foto su Instagram è il tuo aspetto. Come curi il tuo fisico? Segui un’alimentazione particolare? Fai sport?

Alessandro Egger: Il mio fisico attuale è ciò che ho sempre voluto fin da piccolo. All’epoca non ero di certo famoso per la mia fisicità, anzi, negli anni dell’adolescenza ero sovrappeso, ma ho voluto così tanto raggiungere il mio scopo, che mi sono impegnato a farlo con tanto lavoro, dieta e impegno costante, senza sgarrare e, in certi periodi, rinunciando sicuramente ai miei cibi preferiti. Ora però mantengo, senza distruggermi, un’alimentazione sana e bilanciata. Dopo aver faticato tanto ora posso permettermelo, ma appena mi sento un po’ fuori forma riprendo l’allenamento per tornare in equilibrio. Questo dimostra che, dopo un grande impegno, quando si capisce il meccanismo, si può fare anche meno fatica, mantenendo però la costanza.

Chi è oggi Alessandro Egger, e come ti vedi tra una decina di anni?

Alessandro Egger: Oggi Alessandro è un grande ottimista e ama vedere le persone intorno a sé felici e realizzate. Nel mio lavoro ricevo tanto e mi piace che chi è intorno a me sia felice e soddisfatto allo stesso modo per l’aiuto e il supporto che mi dà. Sono dell’idea che bisogna sempre restituire ciò che si prende.

Mi sento energico e pieno di voglia di fare, la mia ragazza mi dice che a volte dovrei prendermi una settimana di pausa, però a me piace essere produttivo. Fra 10 anni mi vedo a lavorare nello stesso campo, nel quale mi trovo proprio da 10 anni, sempre positivo e scherzoso, ma evoluto e di maggiore successo. Questo è ciò che amo fare, e voglio continuare a farlo finché sarò credibile.

La danza del Pocho, il singolo di Alessandro Egger

Il singolo, un brano contro l’energia negativa, cita la danza tradizionale, di origine precolombiana, di El Pochó, ballata nella città di Tenosique, in Messico, nel corso del Carnevale. Questa danza simboleggia la purificazione dell’uomo e viene ballata per le strade della città al ritmo di musica indossando costumi e maschere di legno.

 

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