Il sipario dello storico Salone Margherita, conosciuto anche come il “Bagaglino”, cala per sempre a causa del lockdown e della crisi economica.
C’è tanta tristezza nel mondo dello spettacolo, tra gli addetti ai lavori ma anche da parte del pubblico, per la chiusura del Salone Margherita. Un luogo storico, situato nel centro di Roma, in via Due Macelli.
La società Cinema teatrale Marino & C., fondata nel 1920 dei fratelli Marino, che gestisce da 100 anni il Salone Margherita, si è vista costretta a riconsegnare le chiavi del teatro.
Complice la crisi dovuta al coronavirus, che ha investito drammaticamente il mondo del teatro. La Banca d’Italia, proprietaria dell’immobile, ha chiesto e ottenuto di riavere indietro lo stabile. E così, le luci si sono spente per sempre.
La storia del Salone Margherita
Simbolo della Belle Époque romana, l’antico Teatro delle Varietà costruito nel 1898 in via dei Due Macelli, a pochi passi da Piazza di Spagna, cambiò ben presto nome in Salone Margherita per rendere omaggio alla regina, consorte di re Umberto I.
Nella splendida cornice liberty gli spettatori assistevano agli spettacoli di varietà, mentre degustavano pietanze servite al buffet allestito sui tavoli della sala centrale. Il successo fu tale che solo pochi anni dopo la struttura fu ampliata, assumendo le sembianze che conserva ancora oggi.
Nei primi anni del Novecento si esibirono al Salone Margherita artisti come Lina Cavalieri, Ettore Petrolini, La Bella Otero e Leopoldo Fregoli. Fino agli anni Cinquanta, rimase uno dei punti di riferimento dell’avanspettacolo romano.
Con l’avvento della Dolce Vita e la trasformazione di Roma in capitale del cinema il Salone Margherita fu destinato alla proiezione di film, finché, agli inizi degli anni Settanta, la compagnia del Bagaglino, fondata qualche anno prima da un gruppo di scrittori e musicisti, ne fece la sua sede. Da quel momento, la storia del Salone Margherita e quella della compagnia del Bagaglino – della quale facevano parte, tra gli altri, Oreste Lionello, Pino Caruso, Anna Mazzamauro e Gianfranco Funari – è proseguita in parallelo.
Il Bagaglino in TV
Nel 1973 per la prima volta andò in onda sulla Rai Dove sta Zazà, girato al Bagaglino. La regia era Antonello Falqui, protagonista era l’indimenticabile Gabriella Ferri. Tantissimi gli artisti che si sono alternati e succeduti sul palco del Salone Margherita: da Pippo Franco e Laura Troschel a Oreste Lionello, Enrico Montesano, Gianfranco D’Angelo, Leo Gullotta, Martufello, Bombolo, Carlo Frisi e Mario Zamma, solo per citarne alcuni. Tra le donne (anzi, tra le primedonne) Valeria Marini, Pamela Prati, Justine Mattera, Angela Melillo, Antonella Mosetti, Manila Nazzaro e Nina Moric.
Pierfrancesco Pingitore: un’offesa grave alla cultura e allo spettacolo
“Sto lavorando sul nuovo spettacolo convinto come Nevio Schiavone che quando usciremo da questa brutta avventura del covid, presumibilmente nella primavera 2021, potremo tornare a calcare il palcoscenico del Salone. Il solo pensare che il Salone Margherita possa non riaprire i battenti mi sembra inconcepibile. Sarebbe un’offesa grave alla cultura, allo spettacolo, alla sensibilità degli spettatori. Un’istituzione come la Banca d’Italia non può, e certamente non vorrà, chiudere in faccia al pubblico le porte di un luogo così caro ed amato, incastonato con il suo splendore architettonico e decorativo nel corpo vivo di Roma”.
Le voci degli artisti, da Martufello a Valeria Marini
In difesa del Salone Margherita si sono levate le voci degli artisti, che quel palco lo hanno calcato per tante stagioni. Da Martufello, comico protagonista e mattatore di tante stagioni del Bagaglino, che si dice “certo che il Salone non potrà essere sottratto al pubblico romano, né vietato agli artisti che per tante stagioni lo hanno tenuto vivo. Faccia la Banca d’Italia quei lavori che certamente servono al decoro del Teatro. Ma poi lo gestisca consentendo che vi svolgano il proprio lavoro le compagnie teatrali, in primis la nostra. E imponendo all’eventuale compratore il mantenimento della destinazione d’uso teatrale del locale”.
Pamela Prati, che si sente legata al Salone Margherita “da splendidi ricordi”, si dice “sconvolta”.
Per Valeria Marini “il sogno non può finire. Il Salone Margherita deve continuare a esistere, il suo palcoscenico può ancora regalare sorrisi, emozioni e sogni. I riflettori si devono riaccendere sugli spettacoli di Ninni Pingitore, che ha creato straordinari show di satira inventando un genere tutto italiano. Da quando è scoppiata la pandemia abbiamo passato momenti terribili: il teatro potrà aiutarci a riscoprire emozioni e felicita’. Viva il salone Margherita!”.