Un’immagine condivisa da Chiara Ferragni su Instagram, dove il volto dell’influencer è sovrapposto a quella di un dipinto del ‘600 che ritrae una Madonna con il Bambino, fa scoppiare una bufera sui social.
Il Codacons ha denunciato Chiara Ferragni per blasfemia. Eppure, nel 2015 dopo l’attacco terroristico alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo, accusato di blasfemia per una serie di vignette su Maometto, tutti postavano sui social l’hashtag #JesuisCharlie. Una delle tre: o la libertà di espressione non è un diritto per tutti. Oppure le persone hanno la memoria corta. O ancora viene da pensare che quel #JesuisCharlie venisse condiviso perché era virale, ma senza comprenderne il senso profondo.
Il post di Chiara Ferragni
Dopo la diffusione di questa immagine, assolutamente casta e innocente, è scoppiato un putiferio, culminato con la denuncia di Chiara Ferragni per blasfemia e offesa al sentimento religioso. Secondo il Codacons, il post dell’influencer «ha generato indignazione e raccapriccio nell’opinione pubblica e sul web».
La denuncia del Codacons contro Chiara Ferragni
«Presentiamo un esposto alla Procura della Repubblica e al Ministro dei beni culturali Dario Franceschini affinché intervengano su quella che non è una provocazione, ma una grave mancanza di rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in genere. Questo il contenuto di una nota diffusa dal Codacons. L’immagine che raffigura la Ferragni nei panni di una moderna Madonna con bambino dipinta da Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato sfrutta la figura della Madonna e la religione a scopo commerciale, essendo noto come la Ferragni sia una vera e propria “macchina da soldi” finalizzata a vendere prodotti, sponsorizzare marchi commerciali e indurre i suoi follower all’acquisto di questo o quel bene».
L’esposto inviato anche al Papa
Il Codacons definisce il post di Chiara Ferragni uno «sfruttamento indegno della figura della Madonna che ha scatenato le proteste dell’intero mondo cristiano». Per l’associazione, potrebbe «realizzare fattispecie penalmente rilevanti per blasfemia e offesa al sentimento religioso. Motivo per cui l’esposto viene inviato anche a Papa Francesco, affinché si pronunci contro tale squallida e inutile provocazione».
Chi attacca l’influencer
Sono molti i commenti offesi e risentiti da parte degli utenti di Instagram. C’è chi scrive: «Stiamo davvero esagerando. Neanche siete credenti. Lascia stare la Madonna. Pessimo gusto».
Un’altra persona commenta: «Sinceramente da credente mi ha fatto un certo effetto vedere quell’immagine… Nel rispetto di chi crede e ti segue io nn l’avrei messa. Sei libera di nn essere credente, ma questa è blasfemia e viene trasmessa a tutti grazie a te».
E ancora: «Ma fammi il piacere, adesso stai esagerando… Ma non ti permettere nemmo di paragonati alla Madonna.. Avanti va, cala un pochino che mò stai esagerando».
Chi difende Chiara Ferragni
Un utente di Instagram scrive: «Anziché indignarvi, pensate che, grazie a questo post avete imparato che questa opera è stata realizzata da Giovan Battista Salvi e si intitola “Madonna con bambino”. Più arte per tutti».
Un altro, ancora, prende le difese di Chiara Ferragni commentando: «Polemiche tanto scontate quanto inutili e bigotte, parliamo di arte e non di religione, è una rivisitazione (ironica e molto ben fatta, peraltro) di un dipinto seicentesco del Sassoferrato! La blasfemia non fa parte dell’arte!»
Il legame tra arte, moda e iconografia religiosa
La religione, in particolare quella cattolica, ha sempre esercitato sulla moda una forte influenza. Al punto da essere stata scelta come tema del Met Gala 2018, intitolato “Heavenly Body: Fashion and the Catholic Imagination”. La mostra si interrogava sulle connessioni tra moda e religione, in particolare sulle relazioni tra l’immaginario cattolico, con il suo ricchissimo patrimonio visivo, e l’universo del fashion. Al Met Gala 2018 hanno partecipato tutti i più grandi fashion designer del mondo, inclusi molti stilisti italiani – tra cui le Sorelle Fontana, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, Donatella Versace, Maria Grazia Chiuri, Pierpaolo Piccioli in rappresentanza di Valentino.
Da Gaultier a Dolce&Gabbana, molti stilisti hanno attinto all’iconografia religiosa
La religione ha influenzato l’arte, e l’arte influenza la moda. E numerosi designer, in passato, si sono ispirati a temi sacri per dar vita alle loro creazioni. Da Jean Paul Gaultier a John Galliano, che nel 2000 portò in passerella un paramento sacro bianco, adornato d’oro, con tanto di mitra e di turibolo. Nel 2006 poi, per il Confession Tour della sua amica Madonna, Galliano realizzò un guardaroba che spaziava dal fetish al religioso, compresa la camicia rosso fuoco accompagnata della corona di spine. Madonna arrivò ad inscenare la crocifissione, scatenando l’ira del Vaticano e dei cattolici, che fuori dagli stadi invitavano a boicottarla.
Valentino nel 2016 ha presentato una collezione ispirata alle vesti monastiche. Dolce & Gabbana poi da anni attinge all’ispirazione cattolica. Nel 2013 la maison presentò abiti con decorazioni che richiamavano l’iconografia cattolica bizantina e copricapi preziosi. Il richiamo agli abiti religiosi era forte anche nella collezione Alta Moda 2016, ed è tornata anche in seguito nelle proposte di Dolce&Gabbana.
Dunque, ricapitolando
- siamo tutti Charlie, ma solo quando offendono la religione musulmana e non quella cattolica.
- Il legame tra religione, arte e moda esiste ed è consolidato: i designer possono ispirarsi all’iconografia cristiana e ai paramenti religiosi, e vengono acclamati. Ma guai a chiamarsi Chiara Ferragni, e a condividere un’immagine sacra dove il proprio volto è sovrapposto a quello della Madonna. Tra l’altro l’immagine non è fine a sé stessa. È un progetto dell’artista bresciano Francesco Vezzoli, al quale Chiara Ferragni sta collaborando.
Seguiremo gli sviluppi di questa vicenda, che rappresenta un ulteriore querelle tra il Codacons e la famiglia di Chiara Ferragni, dopo quella che ha coinvolto suo marito Fedez nei mesi scorsi.