Si chiama Filippo Gualandi, è nato a Bologna nel 2000, ed in tasca ha un diploma da ragioniere. È lui il vincitore del concorso ideato nel 1979 da Silvio Fasano, che negli anni ha visto attribuire la fascia a ragazzi che poi sono diventati volti noti del mondo dello spettacolo, come Giorgio Mastrota, Gabriel Garko e Beppe Convertini.
Si è svolta ieri la finale nazionale ufficiale de Il più Bello d’Italia, lo storico ed unico concorso di bellezza maschile, nato nel 1979 dai fratelli Silvio e Antonio Fasano (rispettivamente zio e papà del popolare cantautore Franco Fasano).
Una trentina di ragazzi si sono giocati la vittoria finale del concorso che, negli anni, ha decretato il successo di alcuni personaggi diventati poi attori famosi come Gabriel Garko, il conduttore di Rai Uno Beppe Convertini, l’attore Ettore Bassi e lo showman Giorgio Mastrota.
La finale del 30 agosto a Saint Vincent
La serata finale de Il più Bello d’Italia 2020 si è svolta in Valle d’Aosta, a Saint Vincent. Tutto nel pieno rispetto delle norme sanitarie anti Covid, con la giuria, presieduta da Renata Rivella, ed il pubblico distanziati e muniti di mascherina.
Chi è Il più Bello d’Italia 2020
Nato nel 2000 a Bologna, Filippo Gualandi ha conseguito il diploma di tecnico ragioniere. è arrivato in finale dopo aver vinto la fascia di vincitore alle selezioni regionali di “Più bello” dell’Emilia Romagna”. Dice di sé: «Sono un istruttore di nuoto, attività che svolgo come lavoro; fin da piccolo nuotare è stato il mio hobby che con il tempo è diventato uno sport appagante. Sono una persona solare, calma equilibrata, socievole e umanamente disponibile, ma con tante grinta per affrontare tutto. Il mio carattere determinato mi sprona a raggiungere ciò quello che mi prefiggo in questo campo, grazie a tutor dello spessore di Arturo Bascetta, che avviano gratuitamente i giovani ad intraprendere questa carriera».
Il sogno, anzi l’obiettivo di Filippo Gualandi, è quello di ripercorrere la la carriera dei precedessori vincitori del concorso, come Gabriel Garko nel 1991 e Beppe Convertini nel 1993.