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App Immuni, da oggi al via al test in quattro regioni: come funziona e come viene tutelata la nostra privacy

L’app Immuni è finalmente pronta a sbarcare su App Store e Google Play. Saranno quattro le regioni in cui verrà testata: Liguria, Puglia, Abruzzo e Marche. Manca ancora il via libera definitivo da parte del Garante della Privacy.

È imminente il rilascio dell’app Immuni per il tracciamento dei contatti, che a breve sarà disponibile per il download sui cellulari. Secondo quanto riferito da fonti del ministero della Salute e del dipartimento dell’Innovazione, l’applicazione sta per arrivare negli store digitali di Apple e Google. 

L’app Immuni sarà dunque disponibile al download in tutta Italia nello stesso momento. Le sue funzioni per verranno attivate inizialmente solo in quattro regioni (Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria), e solo dal 3 giugno.

La fase di test inizierà presumibilmente a partire dal 5 giugno, e dovrebbe essere completata nel giro di una decina di giorni,  per entrare poi a pieno regime al massimo entro la metà di giugno. Manca ancora  però il via libera definitivo del Garante per la Privacy.

“Più che una sperimentazione si tratterà di un test di pochi giorni, forse una settimana, per provare le funzionalità dell’app”, ha spiegato il dott. Pierluigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force pugliese per l’emergenza Coronavirus.

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Come funziona Immuni

Una volta installata l’App sul proprio smartphone, basterà inserire pochi dati, come il proprio Comune di residenza, e il sistema funzionerà in automatico. Quando i dispositivi sui quali è stata installata l’App si troveranno a una distanza inferiore a un metro, partirà in automatico lo scambio dei codici generati automaticamente. In questo modo, in maniera totalmente anonima, sarò possibile individuare i soggetti a rischio nel caso qualcuno risulti poi contagiato.

Se una persona dovesse contrarre il Coronavirus, l’Asl di riferimento farà partire un alert sui cellulari di tutti coloro che sono venuti a contatto con il contagiato, anche casualmente. 

Se sono in fila al supermercato – spiega il dottor Pierluigi Lopalco – e non viene rispettata la distanza di un metro, il mio smartphone scambierà un codice con il telefono di chi mi è accanto. A quel punto, se io il giorno dopo dovessi risultare positivo, la persona che inconsapevolmente è stata a contatto con me lo verrà a sapere”.

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La tutela della privacy

I dati raccolti saranno conservati esclusivamente sui singoli dispositivi, e archiviati non su un server centrale, con il quale verranno solo condivisi. Il sistema non traccerà gli spostamenti delle persone, ma solo i contatti di vicinanza tra smartphone. I dati raccolti potranno essere condivisi solo con l’autorizzazione del proprietario dello smartphone. Infine, tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale, gestito da Sogei, saranno cancellati entro dicembre 2020.

Attenzione alle truffe 

In queste ore è stato diffuso l’allarme di un virus informatico: una finta email che si richiama a Immuni. Fate molta attenzione, perché questo link veicola un ransomware, ossia un malware che limita l’accesso del dispositivo che infetta, richiedendo un riscatto (ransom in inglese) da pagare per rimuovere la limitazione.

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