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“Non voglio cambiare Pianeta”: Jovanotti debutta su RaiPlay col suo docutrip

Iperattivo, trasformista, energico, creativo, coinvolgente, selvaggio: Jovanotti è uno sempre al passo coi tempi, che non sta mai fermo. Vanta una carriera trentennale che lo ha sempre visto sulla cresta dell’onda, circondato dall’affetto di milioni di fans. Una carriera che si è svolta in radio, negli stadi sempre pieni di pubblico e in tempi recenti anche sui social. Presto lo troveremo anche in tv.

L’esperimento del Beach Party è stato un successo e lo stesso vale per il Jova House Party. Le dirette Instagram da casa, pensate per intrattenere il pubblico durante l’isolamento di questi giorni, hanno visto la partecipazione di tantissimi amici e colleghi. Ben 50 in una sola settimana! Complimentandosi con Jovanotti per la riuscita del format, molti avevano azzardato la richiesta di vederlo presto in tv, viste le sue grandi doti di intrattenitore. Il loro desiderio è stato parzialmente accolto. Il cantante, infatti, sta per esordire su RaiPlay con Non voglio cambiare pianeta, docutrip in 16 puntate che racconta il suo viaggio in Sud America.

In viaggio con Jovanotti

L’annuncio è stato dato da Jovanotti stesso, sui suoi canali social. Ha scritto che il 24 aprile sarà disponibile su RaiPlay Non voglio cambiare pianeta, il racconto del viaggio in bici fatto dall’Argentina al Cile, tra gennaio e febbraio scorsi. Proprio perché impegnato dall’altra parte del mondo aveva anche dovuto dire no al Festival di Sanremo.

Il debutto su RaiPlay è un modo per entrare ulteriormente in connessione coi suoi fans, ma anche per condividere la sua esperienza e per portare un po’ di svago e leggerezza nelle case. Il tutto, all’insegna della scoperta, della speranza e della bellezza della natura.

«Ho fatto un viaggio per cercare un po’ di isolamento nella natura – ha scritto – Sono tornato e mi sono trovato dentro ad un altro isolamento, questa volta obbligato dalla natura stessa. Ho fatto un viaggio per prepararmi al futuro, e sono tornato impreparato a questo presente. Ma ripensando a quei 4000 km a pedali mi rendo conto che neanche uno di quei km è andato perduto. Mai come oggi è chiaro a tutti che la nostra vita è un grande viaggio pericoloso nell’ignoto, anche stando chiusi in casa».

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