Alessandro Tersigni è Vittorio Conti nella serie “Il Paradiso delle signore”, in onda ogni giorno su Rai1. L’attore tiene compagnia al pubblico italiano in questo periodo difficile che stiamo attraversando.
Dopo le serie Tv di successo come “I Cesaroni” e “Un medico in famiglia”, che lo hanno consacrato come un giovane ed affascinante interprete del piccolo schermo, Alessandro Tersigni sta percorrendo una strada lunga ma piena d’avventure. Il successo ottenuto non lo ha cambiato, anzi, gli regala continuamente la possibilità di sperimentare e mettersi alla prova, passo dopo passo. Nella sua vita dall’amore per sua moglie, Maria Stefania Di Renzo, è arrivato un figlio che oggi ha quasi tre anni. La paternità ha cambiato la vita di Alessandro Tersigni, artista semplice e umano, come ci racconta in questa intervista. Un’esperienza che lo ha riportato al suo passato, gli fa vivere diversamente il presente e trovare nuovi spunti di riflessione per il futuro che verrà.
Come stai vivendo questo momento?
Sono con la mia famiglia. Ho un bambino piccolo e insieme giochiamo, coloriamo, ritagliamo, guardiamo i cartoni. Sul terrazzo condominiale, poi, facciamo qualche giro con la bici. Cerchiamo di stringere i denti e di fargli vivere la giornata, in modo equilibrato senza sballare gli orari. È molto complicato far vivere ai bambini l’isolamento.
Stai facendo compagnia agli italiani grazie a “Il Paradiso delle Signore”. Il tuo Vittorio è amatissimo. Come si costruisce un personaggio del genere?
Io ed i miei colleghi siamo molto contenti di far compagnia ai telespettatori. La serie continua ad intrattenere le persone a casa. È un pensiero positivo, che in questo momento ci fa piacere. È una bella gratificazione poter interpretare un personaggio come quello di Vittorio. Per costruirlo, ho ascoltato le storie degli zii, dei nonni che hanno vissuto gli anni ’60. Ho studiato e guardato alcune serie che raccontano quegli anni come “The Paradise”. In Vittorio c’è molto di me, e quando un personaggio entra a far parte d un attore, si riesce a raccontarlo in un modo meraviglioso.
Cosa ti accomuna a Vittorio?
Ci accomuna il rispetto cosmico per l’essere umano, per le donne, per i bambini, per il lavoro, per le cose. Credo che fare le cose e portarle a termine, sia fondamentale.
La lunga serialità sta avendo molto successo in Italia, grazie a prodotti che sanno osare. Cosa ne pensi?
“Il Paradiso delle signore” è un prodotto molto innovativo. La serie è girata con molta cura. Tutti i reparti sono organizzati per girare una serie, della soap abbiamo soltanto i tempi tecnici e la messa in onda pomeridiana. Il nostro è un prodotto di grande qualità. La lunga serialità è uno dei fattori di successo, al pubblico piace.
C’è un ruolo che ti piacerebbe affrontare?
Sogno di poter interpretare tantissimi ruoli, non saprei scegliere uno in particolare. La strada di un attore è talmente lunga che mi piacerebbe affrontare tutto. Sai, mi sento come se avessi iniziato questo mestiere l’altro giorno e non anni fa. Sono felice del mio lungo percorso e sono entusiasta di come lo sto percorrendo.
Se ti guardi indietro, quanto ti vedi cambiato?
Credo che giorno dopo giorno e esperienza dopo esperienza, si riesca a constatare dei cambiamenti interni. Un attore non è mai del tutto consapevole di ciò che fa. Cerca, sempre, di vivere il momento e il mestiere che ha nel migliore dei modi e il più a lungo possibile.
Sei diventato papà da poco.
Sì, e la vita è cambiata. Sento una grande responsabilità. Sono cambiati i miei punti di vista, le mie prospettive. Se prima vivevo alla giornata adesso cerco di preservare il futuro, costruendo il presente. La paternità è qualcosa di meraviglioso. Per me e mia moglie, il nucleo è diventato nostro figlio e tutto gira intorno a lui.
Guardando tuo figlio, che ricordi hai del bambino che sei stato?
Sono emersi nella mia memoria dei ricordi che, crescendo, pensavo di aver dimenticato o cancellato. Quando hai un figlio, iniziano ad affiorare tutti i ricordi dell’infanzia come se fossero delle stelline nascoste che, ad un certo punto, si riaccendono. Quando gioco con mio figlio oppure quando mangiamo insieme, rivivo i momenti in cui giocavo con i miei genitori o con i miei nonni. Ed è una sensazione bellissima.
Stiamo vivendo un periodo delicato e difficile. Come ne usciremo e in che modo cambieremo, secondo te?
Stanno succedendo tante cose particolari. Il virus ha portato molte conseguenze dolorose. Non usciremo subito da questa situazione e non torneremo in modo imminente alla normalità. Le persone avranno sempre un po’ la paura addosso, anche quando l’emergenza sarà finita. Per alcuni mesi, si manterranno ancora le distanze. Non sarà facile tornare a vivere come prima.
In questi giorni su cosa hai riflettuto maggiormente?
Su quanto sia importante stare a casa, con la propria famiglia. Sul fatto che guardandosi attorno si vede che la terra sta rifiorendo, in qualche modo. L’acqua dei fiumi sta tornando trasparente. Stanno accadendo tante cose belle, lì fuori. La terra si sta riprendendo lo spazio che noi esseri umani avevamo occupato un po’ troppo. Sai, ieri sera ho portato in giro il mio cane e ho visto una volpe che stava cercando il cibo. È stato strano vedere in giro un animale selvatico. Sono segnali che ci fanno capire che la nostra natura, adesso, ha più spazio.
Che significato ha per te la parola “libertà”?
In realtà siamo sempre liberi, ma spesso lo dimentichiamo. Siamo presi da troppe cose, dalla vita, da ciò che ci succede intorno, dal materialismo. Ci dimentichiamo sempre della libertà. In un periodo così difficile, la cerchiamo. Eppure, penso che sia importante trovare dei momenti come questo. Quando tra un mese o tra dieci giorni, torneremo ad essere liberi di nuovo, ricordiamoci di passare una giornata in famiglia con i nostri genitori, di giocare con i nostri figli, di andare in un parco, di guardare semplicemente il cielo e le nuvole che passano. Non scappiamo più, non corriamo più. Cerchiamo di prendere il meglio da questa vita. La salute, lo star bene e insieme sono elementi importantissimi. Un abbraccio, una passeggiata, le chiacchiere con un amico sono le cose importanti che ci mancano, e lo stiamo capendo solo adesso.