Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo scatta l’ora legale. Un passaggio che, di solito, porta con sé qualche piccolo fastidio dovuto all’adattamento. In questo periodo, in cui tutti siamo costretti in casa dalle norme restrittive per il coronavirus, secondo gli esperti della Società Italiana di Psichiatra non risentiremo di maggiori disagi.
Di solito si attende l’arrivo dell’ora legale per godere di un’ora di luce in più al giorno. Quest’anno purtroppo siamo costretti in casa a causa dell’emergenza sanitaria per il covid-19. Secondo il presidente della Società Italiana di Psichiatria (Sip), in questo particolare frangente il cambio di orario non creerà problemi.
“Entrerà l’ora legale, con una modifica che può portare in alcuni la necessità di una fase di adattamento. Ma i ritmi più calmi imposti dall’emergenza coronavirus, potrebbero giocare a favore, rendendo il cambiamento meno impattante”. Questa l’opinione del dott. Enrico Zanalda.
”In casa è bene mantenere i ritmi abituali. Il fatto che tutto sia chiuso di sera e non si possa uscire ci avvicina a uno stile di vita più simile a quello dei nostri avi, che non andavano fuori al ristorante o a teatro. Certo, la TV può rimanere accesa anche tutta la notte, ma si ha la possibilità di guardarla in altri momenti della giornata. In più, credo che non essendoci l’impegno, per molti, dell’alzarsi alla stessa ora per andare a lavorare o a scuola il cambio dell’ora dovrebbe essere meno fastidioso”.
Quando nelle prossime settimane la primavera entrerà nel vivo, secondo lo psichiatra potrebbe essere un punto critico. È importante però comprendere che gli sforzi stanno danno frutti, e proseguire nell’isolamento per il tempo necessario.
Spiega Zanalda: “Credo che in questi giorni ci sia stato un po’ di adattamento, di abitudine a utilizzare ciò che si può per superare il disagio dell’isolamento e la difficoltà di spostamento, che è una grossa limitazione della libertà individuale. Adesso lo stare in casa col brutto tempo, il freddo, è più tollerabile. Ma se dovesse esserci la primavera che sboccia, diventerebbe tutto un po’ più pesante. Tuttavia, vedere la curva dei contagi che non sembra più crescere come prima e che inizia a intravedersi forse un bagliore in fondo al tunnel, offre una speranza che ci deve dare energia”. Nelle prossime settimane bisogna farne il pieno secondo gli esperti.
“Il virus ci ha bruscamente riportati con i piedi per terra”
“Dobbiamo essere ancora più resilienti- spiega Massimo Di Giannantonio, presidente eletto SIP- aprire i forzieri delle nostre energie più preziose, più primordiali. Rispetto ai terremoti, a uno tsunami, alle tragedie della guerra, siamo nella nostra casa, nella vicinanza degli affetti più cari. Abbiamo cibo e comfort, strumenti che rendono possibili e obbligatorie le emersioni delle energie più positive”. Nel frattempo, secondo Di Giannatonio, questa esperienza continua a insegnarci molto.
“Rispetto a un mondo “addomesticato”, fatto di relazioni virtuali, siamo tornati a toccare con mano la concretezza, la profondità e anche la conflittualità delle relazioni concrete. Come se da una fase adolescenziale, in cui attraverso internet potevamo scegliere le cose che ci piacevano e allontanarci da ciò che non ci piaceva, fossimo stati bruscamente riportati con i piedi per terra: abbiamo capito quanto sono fondamentali, ineliminabili le relazioni concrete e quanto queste portano elementi positivi, costruttivi ma anche conflittuali e difficili”.