Cosa ricorderemo del Coronavirus? Ricorderemo il clima di paura, gli abbracci mancati, le distanze obbligate. Ovviamente non dimenticheremo l’impossibilità di uscire, i teatri i cinema e i musei chiusi. Soprattutto non dimenticheremo i morti, l’impegno di medici infermieri e ricercatori, il loro lavoro instancabile nella lotta al virus.
Quella che stiamo vivendo è certamente una fase unica della storia del nostro Paese, mai vista prima, che ci ha colto tutti impreparati e inaspettati. L’uomo tende ad avere la memoria corta a volte, eppure un’esperienza come questa avrà delle ripercussioni non solo pratiche, sull’economia in primis. L’impatto sarà notevole anche sul nostro modo di vivere la quotidianità, le relazioni, la nostra libertà individuale. E si spera che se ne possa trarre un insegnamento. Dunque perché non dare un “aiutino” alla memoria e realizzare un vero e proprio documentario, su questa emergenza sanitaria, un film che possa essere una testimonianza, una finestra sul passato? Ecco il progetto del regista Gabriele Salvatores.
Gli italiani raccontano la pandemia
Gabriele Salvatores chiede in prestito gli occhi agli italiani, un po’ come aveva fatto Guido Piovene negli anni Cinquanta. Il suo Viaggio in Italia raccontava da nord a sud il Paese del dopoguerra, tra progresso arretratezza e ricostruzione, portandolo fuori dagli stereotipi più ovvi e affidando il racconto, regione dopo regione, provincia dopo provincia, alla gente comune.
Il regista, in una clip pubblicata sui canali social di Indiana Production e Rai Cinema, ha invitato gli italiani a farsi ugualmente narratori in prima persona di quello che stanno vivendo. Ha chiesto loro di raccontare questo momento con la loro voce, esprimendo paure, riflessioni, pensieri che questi giorni difficili stanno facendo emergere.
L’idea è che prendano in mano gli smartphone e realizzino dei video, rigorosamente all’interno delle mura domestiche: materiali inedito che possa raccontare in modo corale questo momento. Il tutto sarà visionato, selezionato e archiviato da una redazione composta da operatori e collaboratori dislocati su tutto il territorio nazionale, così da avere a disposizione materiale sufficiente per la realizzazione di un vero e proprio film documentario, che racconterà il Coronavirus visto dagli occhi dei cittadini, sin da quando l’emergenza era lontana e riguardava solo la Cina fino a quando è diventata una terribile realtà anche da noi. Ugualmente in smart working avverrà il montaggio del materiale catalogato e selezionato. A guidare la squadra di montatori e assistenti: Massimo Fiocchi, (storico collaboratore di Gabriele Salvatores) e Chiara Griziotti.
Il film si avvarrà della partecipazione e della collaborazione di istituzioni, associazioni, scuole di cinematografia, figure di spicco della cultura italiana. Inoltre il progetto prevede anche un’iniziativa di raccolta fondi, a favore di un istituto di ricerca nazionale che sarà indicato in seguito.