Un video diffuso da Cinthya Nixon sui social è diventato virale. Nella clip l’attrice interpreta una poesia e punta il dito contro i luoghi comuni sull’essere donna.
In molti ricorderanno Cynthia Nixon per il suo ruolo di Miranda Hobbes nell’iconica serie tv di successo Sex and the City. Ma l’attrice (vincitrice di Tony, Emmy e Grammy Awards) oltre a lavorare nel settore televisivo e cinematografico, è molto attiva anche sul fronte politico.
Nel 2018 Cynthia Nixon ha gareggiato nella corsa alla carica di Governatore dello Stato di New York (come democratica) e si batte per diverse cause. Il suo ultimo video diffuso sui social è diventano in breve tempo virale. Gli hashtag #BeaLadyTheySaid e #BeALady stanno facendo il giro del web. La clip è un manifesto femminista vero e proprio. Sono oltre un milione le views solo su Instagram dove, tra gli altri, spiccano i Likes di diverse celebrities, tra cui Sarah Jessica Parker, Rosario Dawson, Nicole Thorne.
Consapevole delle umiliazioni a cui la donna di oggi è spesso soggetta e alle contraddizioni di una società che si dice civile, ma che è ancora fortemente maschilista, la Nixon si è fatta interprete delle parole della poetessa Camille Rainville, su musica del compositore Louis Souyave, diretta da Paul McLean, in una clip prodotta da Alicia Lombardini con l’aiuto della supervisione artistica di Claire Rothstein, entrambe di Girls.Girls.Girls. Magazine.
La poesia della Rainville è molto potente e mette in luce tutta una serie di stereotipi legati alla donna, di contraddizioni in cui il genere femminile è ancora ingabbiato.
Cynthia Nixon recita Camille Rainville
Alcuni luoghi comuni riguardano l’abbigliamento, quel continuo obbligo ad essere impeccabile a cui la donna deve sottostare, senza trasgredire, ma senza minimizzare. Perché per ogni gonna troppo corta ce n’è una troppo lunga, per ogni donna che mostra la scollatura ce n’è un’altra che non lo fa abbastanza.
“Lascia qualcosa all’immaginazione. Non fare la tentatrice. Gli uomini non possono controllarsi hanno dei bisogni. Mostra un po’ di pelle. Non essere così provocante. Indossa il nero. metti i tacchi. Non indossare quei pantaloni della tuta”.
Altri versi riguardano un altro settore sensibile, su cui ancora molto lavoro c’è da fare. Basti pensare a quanto il corpo della donna sia costantemente sotto la lente d’ingrandimento e quanto si stia diffondendo il bodyshaming, soprattutto in rete e sui social. Per ferire una donna, le si dice che è grassa: è uno degli insulti più diffusi. L’alimentazione riveste un ruolo centrale ed è un tema delicato su cui, a cominciare dall’adolescenza, serve un’adeguata educazione, affinché ci si ami per quello che si è e non ci si senta in difetto o in colpa nel proprio corpo.
“Non essere troppo grassa. Non essere troppo magra. Mangia. Dimagrisci. Ordina un’insalata. Non mangiare carboidrati. Devi perdere peso. Devi entrare in quei jeans. sembri uno scheletro”.
Poi ci sono le imperfezioni, c’è l’età che avanza, c’è il trucco, c’è l’abbronzatura, ci sono la depilazione e la palestra, i tabù riguardanti il sesso. Il testo prende in esame ogni minimo dettaglio, ogni più piccola contraddizione in cui quotidianamente si cade quando si pensa alla donna, a come dovrebbe essere, a come la si vorrebbe, a quanto non sia mai abbastanza o sia sempre troppo.
Infatti il verso finale è un provocatorio:
“Just Be a Lady, They Said (sii una donna, dicono)”.