Francesca Figus ha alle spalle una carriera più che ventennale. Al cinema, in teatro e in TV ha saputo destreggiarsi sempre portando con sé la sua grande empatia.
Negli anni Francesca Figus ha preso parte agli importanti film di Maria Sole Tognazzi iniziando nel 2002 con il film “Passato prossimo” e nel 2015 nel film “Io e Lei”. Nella sua lunga carriera, ha recitato diretta dai rinomati Fausto Brizzi e Paolo Genovese.
Adesso, torna in tv con la particolare serie “Passeggeri notturni”, disponibile su RaiPlay da oggi. Per Francesca, questo è un ruolo carismatico e fuori dal comune, che interpreta legando il passato e il presente del protagonista Enrico, interpretato da Claudio Gioè.
Ci descriveresti il tuo personaggio nella serie “Passeggeri notturni”?
Agnese è la zia di Enrico. All’inizio della storia, vedrete un piccolo ragazzo che viene lasciato dal padre a casa degli zii, durante l’estate. Nella splendida cornice pugliese, zia e nipote si conoscono. Enrico è affascinato dalla figura della donna, un po’ fuori dal comune. Agnese gli farà conoscere la poesia, i poeti, i tarocchi. Attraverso la zia, Enrico incontra un mondo fino ad ora sconosciuto. Questa donna sembra quasi avere un segreto importante di vita, che conosce solo lei e che vuole insegnare a suo nipote.
In che modo ti sei avvicinata a questa figura femminile così carismatica?
Lo scrittore Gianrico Carofiglio aveva descritto molto bene Agnese nelle raccolte “Passeggeri Notturni” . Quando riesci a trovare una descrizione così dettagliata all’interno di una storia, la costruzione del personaggio va da sé. Anche grazie al regista Riccardo Grandi, abbiamo curato nei minimi dettagli la realizzazione di questo personaggio, attraverso i costumi, il trucco e il parrucco. Sono molto felice di aver preso parte ad un progetto così interessante e innovativo. Le persone, guardando delle serie curate così bene, si abituano alla qualità. Gli spettatori possono aspirare a prodotti scritti e diretti bene, con attori molto bravi. L’Italia sta realizzando dei progetti che hanno una grande qualità e, adesso, le persone sanno scegliere cosa guardare.
Hai preso parte alla serie “Petra” di Maria Sole Tognazzi con Paola Cortellesi. Che esperienza è stata?
Sono stata felice di essere stata chiamata da Maria Sole Tognazzi per questo progetto. Avevo lavorato insieme a lei nel 2002. Rincontrarsi dopo tanti anni, è molto bello. Sei sempre la stessa persona ma completamente diversa per certi aspetti. Inoltre, è stato molto interessante lavorare accanto a Paola Cortellesi. “Petra” è una serie tratta dai libri di Alicia Giménez-Bartlett e diretta da Maria Sole. È una storia scritta e diretta da donne. Quando prendi parte ad una storia del genere, senti inevitabilmente la scrittura femminile. Hai proprio l’impressione di sentire uno sguardo totalmente diverso sui personaggi e sulla storia che interpreti. Spero ci siano sempre di più queste realtà fatte di storie femminili, registe donne, sceneggiatrici donne. Diventa anche più interessante raccontare gli uomini attraverso lo sguardo femminile.
Adesso, quale ruolo ti piacerebbe interpretare?
Mi piacerebbe vedere e raccontare le fotografe italiane. Ci sono delle bravissime fotografe, ancora esistenti, che hanno davvero condiviso la propria arte in modo determinato e coraggioso. Avrei voglia di raccontare artiste che hanno portato il proprio sguardo nel mondo.
Pochi giorni fa, sono state ufficializzate le nomination ai David di Donatello. C’è un film che ti ha colpito più di tutti?
Ho amato moltissimo “Il Campione” di Leonardo D’Agostini, in nomination come miglior regista esordiente. Tra le opere prime di quest’anno, è quello che più di tutti ho amato. Lo considero una delizia per il nostro Cinema. Inoltre, ho apprezzato “Il Traditore” di Marco Bellocchio. Pierfrancesco Favino è un attore strepitoso. Riesce a fare un lavoro incredibile sul personaggio, ogni volta.
Che rapporto hai con i social?
I social aiutano molto gli attori a promuovere determinati progetti. Lavorativamente parlando, questi meccanismi sono utili. Credo di non essere adatta a condividere la mia quotidianità attraverso i social. Cerco di usare Instagram, mettendo contenuti che mi piacciono e che ho voglia di condividere. Preferisco parlare dell’arte postando le mostre che mi sono piaciute, oppure i film che ho visto e che reputo interessanti. Per il resto, non amo quando determinati artisti condividono ogni cosa del proprio lavoro. Sembra di vedere già tutto attraverso i social e, spesso, ti capita di non avere più la voglia di scoprire cosa c’è dietro quel progetto. Le persone hanno bisogno di curiosità, di uscire di casa, andare al cinema e guardare il film.
Chi è Francesca Figus, oggi?
Sono una donna empatica. Sono molto curiosa degli altri. Amo parlare con le persone. Anche quando sono ad una cena, parlo pochissimo di me, preferendo ascoltare più gli altri. Su di me si può contare, sempre.