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DROMe, la sfilata Autunno Inverno 2020-21 alla Milano Fashion Week

In scena ieri alla Milano Fashion Week la sfilata Autunno Inverno 2020-21 di DROMe. La collezione nasce da una riflessione sulla sensualità femminile, su come le donne la vivono e su come la manifestano.

Il direttore creativo di DROMe,  Marianna Rosati, ha tratto ispirazione dal libro del 1968 “Les érotiques du regard”, di Marc Attali & Jacques Delfau. Una serie di immagini apparentemente voyeriste, che ritraggono donne: il fascino seduttivo di un dettaglio, un piccolo gesto, una posa particolare. Si è ispirata anche a Med Sod Forstaelse, un documentario fotografico sulla prostituzione in Danimarca nei primi anni ottanta di Krass Clement. Ed anche alle immagini delle sex workers cinesi scattate da Zhang Hayer, mostrano donne che vivono audacemente e senza timore il loro erotismo e il loro piacere, irradiando un’energia potente, restituendo lo sguardo altrui perfettamente a loro agio. Il loro atteggiamento è fiero, sfidano i luoghi comuni reclamando il loro diritto a esprimere se stesse al di sopra di pregiudizi e convenzioni. La libertà di mostrarsi per quello che sono senza essere categorizzate per questo.

La donna che ispira questa collezione non ha paura di mostrare i suoi desideri più intimi, libera dalle aspettative della società e dagli schemi comuni. Riprende possesso di sé stessa, proprio decidendo cosa rivelare e cosa nascondere, come giocare con il suo corpo e secondo quali regole. Una donna il cui istinto prevale sulla razionalità.

Linee fine anni Ottanta, con un approccio minimalista ed essenziale

La collezione di DROMe è notturna, sospesa tra oscurità e luce, femminile e maschile, coscienza e subconscio. Le superfici e i materiali sono rivisitati come se fossero visti attraverso delle vecchie lenti, emergono come racconti dal passato.

Ogni look prevede un contrasto. Cappotti e giacche maschili oversize sono combinati con volumi croppati e mini abiti con profondi spacchi laterali. Superfici rigide si alternano a tessuti semitrasparenti. Tagli squadrati si abbinano a dettagli più eleganti, come leggere maglie a costine e una delicata lingerie dal gusto retro. Le linee richiamano il periodo di fine anni ottanta/inizio anni novanta, ma l’approccio resta minimalista ed essenziale.

La protagonista delle collezione riafferma la sua sensualità nell’accettare e poi svelare tutti i suoi mondi interiori e i suoi contrasti.

I colori sono uggiosi e opachi, una palette nebbiosa che si compone di neutri, segnata da un nero intenso ed illuminata solo da lampi di bianco puro e oro. Le due fantasie principali sono una stampa optical formata da piccole gocce e un motivo a maxi righe increspate disegnato insieme all’artista Klaus Jurgen Schmidt.

Gli accessori giocano un ruolo molto importante: le sottili calze auto-reggenti, le scarpe in vernice stampata con la zeppa e l’iconica punta squadrata, i teatrali cappelli a tesa larga, le delicate passate per capelli in pelli e tessuti diversi, le borse a sbuffo triangolari. Accenti inaspettati che aggiungono un senso di mistero alla collezione.

La sensualità non dipende necessariamente da un look o da cosa si indossa, è racchiusa in un atteggiamento, in un gesto, nella propria personalità e nel coraggio di affermarla.

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